Quando ti guardi allo specchio, quello sei tu ?
“Partiamo dal presupposto che la percezione della realtà è sempre mediata dalla lettura che ci restituisce la nostra mente. Questo già di per se significa che ognuno vive interpreta il mondo secondo la propria coerenza interna, seguendo le sue credenze, i sui autoinganni. In realtà però i cervelli “non patologici” di tutti noi, hanno una lettura di ciò che ci circonda pressoché identica (almeno dal punto di vista sensoriale).” cit. il sentiero della psiche
—-> Canale Youtube Alessandro Pardocchi Personal Trainer
Nel mondo del Fitness, nelle palestre in genere c’è una notevole quantità di specchi. Sicuramente ci sarà un motivo. Forse è come nei supermercati, che gli oggetti sono inseriti negli scaffali secondo un progetto accuratissimo di marketing. Ma lo specchio cosa produce in noi ? Be’ tutto è soggettivo, io per esempio nel 2006 quando pesavo 57 KG (tanto per dare un riferimento di quantità) ed ero abbastanza “tirato” mi vedevo sempre con la “pancetta”, adesso vedo sempre la stessa cosa ma ne peso assai di più. Ma la mia esperienza non conta tanto come atleta, conta però tutto il lavoro fatto con i miei clienti e soprattutto con le donne.
L’aspetto fisico ci condiziona, è inutile nasconderlo. E’ una questione culturale, ma anche una gestione della psiche, di riflesso. Secondo una ricerca dell’Università del New South Wales (Australia), siamo talmente poco abili nel riconoscere quale foto del nostro volto è più vicina all’originale, che persino uno sconosciuto farebbe meglio di noi.
E allora ? cosa ci succede quando guardiamo allo specchio la nostra immagine ?
Soggettività, a volte ti vedi bene a volte no, spesso ti vedi grasso, con la pancia o con i fianchi grossi, per non parlare degli inestetismi, cellulite etc. etc.
La questione sta da un altra parte. Prima di guardarsi allo specchio ci dobbiamo domandare: “Come mi sento ?”
—-> Canale Youtube Alessandro Pardocchi Personal Trainer
Siamo carenti di sensibilità corporea, ci basiamo troppo su quello che pensiamo di dover essere e perdiamo di vista quello che realmente siamo. Lavorando con gli atleti sulla consapevolezza corporea, mi viene spesso detto da loro che durante il gesto atletico non sentono niente. E’ tutto automatico. Non hanno la percezione del corpo. Sono talmente abituati ad effettuare quella routine motoria, che è come se fossero estranei di se stessi.
Dobbiamo riappropriarci del nostro corpo, senza giudizio, con poca immaginazione. Cominciamo a sentirlo in tutte le sue sfumature, belle e brutte e vedremo poi che allo specchio tutto sarà diverso.
Alessandro Pardocchi
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