” La mobilità articolare è la capacità di un soggetto di effettuare movimenti con grande ampiezza di escursione articolare”
Essere mobili significa saper sfruttare al massimo le possibilità delle articolazioni. Il movimento è diretta dipendenza dalla forma dell’articolazione stessa e dalla capacità che i suoi legamenti hanno di estendersi. Quindi migliorare la mobilità significa migliorare il modo di muoversi nella specifica funzione che ho la necessità di sviluppare.
—-> Canale Youtube Alessandro Pardocchi Personal Trainer
LA PREMESSA
Come praticante di sport da diversi decenni e come istruttore / coach da almeno 15 anni debbo fare un’ammissione di colpa riguardo alla scarsa attitudine riguardo alla mobilità e flessibilità. Gli allenamenti che facevo erano orientati quasi esclusivamente all’incremento della condizione fisica. Proporre allenamenti in stile “new age” era da matti. Allenarsi voleva dire “sbombolarsi” altrimenti si perdeva solo tempo. A dire il vero anche adesso questo tipo di filosofia è sempre in voga.
MA COME SI ALLENA LA MOBILITA’ ?
Diciamo subito che la mobilità articolare va a braccetto con la flessibilità muscolare, quindi l’allenamento specifico coinvolge un po uno un po l’altro. Passiamo dunque all’azione.
Sembrerà arcaico ma gli esercizi che ci facevano fare durante l’ora di educazione fisica negli anni 80 sono sempre attuali. Vedo da tanti miei colleghi molti esercizi. Il problema è che hanno un grado di complessità che la maggior parte dei miei clienti farebbe più male che bene. Quindi bisogna sempre partire con semplicità.
Un esempio sono gli esercizi dinamici di mobilizzazione generale che vengo effettuati nell’atletica (arti inferiori) e nel nuoto (arti superiori).
Di seguito può essere eseguito streching di qualsiasi tipo:
- Statico
- Dinamico
- Balistico
- PNF (Facilitazione Neuromuscolare Propriocettiva)
- Globale attivo o decompensato
L’importante è capire che l’obiettivo dello straching non è quello di raggiungere la MASSIMA flessibilità, bensì di favorire la LIBERTA’ DI MOVIMENTO riducendo la tensione muscolare. Da qui alcuni consigli:
- Svolgere prima un breve riscaldamento
- Gli esercizi devono essere svolti con precisione e delicatezza
- E’ necessario essere graduali
- Insistere sulle posizioni per almeno 20″
- La respirazione non deve essere trattenuta ma ritmica silenziosa e controllata
—-> Canale Youtube Alessandro Pardocchi Personal Trainer
MIGLIORE MOBILITA’ MIGLIORE MOVIMENTO MIGLIORE GESTO FISICO
Sembra banale ma migliorare la mobilità significa dare ampiezza e maggior dinamismo a tutti i gesti fisico/atletici di cui ho bisogno per la mi specifica disciplina. Come testimonia questo articolo:
Influences of a yoga intervention on the postural skills of the Italian short track speed skating team
In preparazione per una stagione di pattinaggio di velocità in pista, a otto uomini e a sette donne sono state date sessioni di yoga durante un ciclo di allenamento di volume di 8 settimane. Le sessioni sono state pianificate in base agli aspetti posturali specifici dei requisiti tecnici del pattinaggio di velocità su pista corta. Per l’intervento sono stati selezionati tre obiettivi specifici:
1) osservare se la pratica dello yoga come allenamento posturale potrebbe migliorare l’efficienza e il repertorio dell’atleta lungo le sinergie muscolari sollecitate nella tecnica specifica del pattinaggio di velocità short track;
2) migliorare e diversificare il tempo-on-task motorio degli atleti senza modificare la prescrizione di altri stimoli di allenamento;
3) per ridurre il rischio di lesioni durante periodi con elevati volumi di allenamento
Il risultato:
Durante le 8 settimane, ad eccezione delle lesioni traumatiche dovute a incidenti di pattinaggio di velocità su pista, nessun pattinatore ha riportato ferite legate all’alto volume di allenamento. A seguito dell’intervento, gli allenatori hanno notato, seguendo i loro feedback sul ghiaccio, un adeguamento dell’efficienza della tecnica di pattinaggio, in particolare per quanto riguarda la dissociazione dell’anca.
MOBILITA’ – L’AGENTE ANTI-INVECCHIAMENTO
La pratica della mobilità è importante non solo per le prestazioni atletiche, ma anche per l’anti-invecchiamento. Un altro uso importante per la pratica della mobilità è fondamentale in un ciclo di “recupero attivo” quando non si desidera allenarsi strenuamente.
La flessibilità, d’altra parte, riguarda l’elasticità dei tessuti. Con l’allenamento di flessibilità convenzionale si usa lo stretching, in un certo senso, per aumentare la lunghezza del muscolo.
La mobilità, d’altro canto, chiamata anche “flessibilità dinamica” riguarda il movimento non la posizione. Nell’estrema gamma di movimento di ogni articolazione attraverso il controllo muscolare volontario basta solo lavorare con inerzia, gravità e leva.
Diversamente dall’addestramento alla flessibilità, nella pratica della mobilità non si tenta di mantenere una posizione estrema, ma piuttosto di attraversarla lentamente senza forzare i tessuti a deformarsi, ma piuttosto permettendo ai muscoli di rilassarsi volontariamente.
E ricordiamoci che:
“IL MOVIMENTO E’ IL PIU’ EFFICACE ANTIIFIAMMATORIO CHE ABBIAMO A DISPOSIZIONE IN MODO NATURALE”
—-> Canale Youtube Alessandro Pardocchi Personal Trainer
Alessandro Pardocchi
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