L’INFORTUNIO COME OCCASIONE DI RINASCITA E RI-VINCITA !

—-> Canale Youtube Alessandro Pardocchi Personal Trainer

Casualmente qualche settimana fa mi sono soffermato su un articolo letto dentro il sito della gazzetta dello sport, che parla di un ciclista professionista di 28 anni. Adriano Malori. Per chi non conosca il ciclismo è un corridore Italiano che milita in una squadra spagnola la Movistar. In carriera ha vinto tre titoli nazionali Elite a cronometro e la medaglia d’argento di specialità ai campionati del mondo 2015 di Richmond. Il 22 gennaio del 2016 alla quinta tappa del Tour de San Luis in Argentina incappa in una bruttissima caduta. Rimane in coma indotto ed al risveglio si ritrova con la parte destra del corpo praticamente paralizzata a causa di un ematoma nella parte sinistra del cervello. Una brutta storia ! Circa un mese fa sul canale spagnolo Cero, è andato in onda il documentario “Km 0”, una puntata del programma Informe Robinson interamente dedicata ad Adriano alla sua caduta e alla sua riabilitazione. Incuriosito dalla tematica guardo il documentario sul canale YouTube di riferimento e rimango colpito.

https://youtu.be/UzJ46FSdzfU

A parte l’intensa carica emotiva che il video riesce a trasmettere attraverso le testimonianze dei suoi compagni di squadra come Ventoso, Quintana e Capecchi (Astana). Quello che risalta è la profonda componente umana dell’atleta.

Come lui stesso dice:- passi da essere il vice campione del mondo ad una persona che deve esser aiutata per far qualsiasi cosa dall’andare in bagno a mangiare”. Il momento della realizzazione di quello che è successo è una vera mazzata. Se non si riesce a ri-calibrare è la fine. Se lo sconforto prende il sopravvento tutto diventa più difficile, non solo tornare a correre ma anche solo prendere un tazza di caffè con la mano destra.

Dal servizio, ben fatto tra l’altro, si riesce a capire quale siano stati i principali acceleratori della guarigione. Il primo è senz’altro lo spirito di gruppo, infatti sul letto di ospedale Adriano manda un comunicato (in italiano perché nei primi momenti dopo il coma non riusciva nemmeno più a parlare spagnolo) a i suoi compagni di squadra dicendo :- “Vi voglio bene ragazzi, ve ne voglio un mondo e mezzo

Quando si pensa al ciclismo, che per definizione è considerato uno sport individuale, non si comprende quanto la squadra o il gruppo sia parte integrante dell’individuo. Il gruppo si sa è un forte acceleratore di dinamiche virtuose o viziose. In questo caso quel bene quantificato nel “mondo è mezzo” è sicuramente tornato indietro ed ha fatto la sua parte dando una enorme carica allo sfortunato cronoman italiano.

Un secondo fattore, secondo me, è la passione. Quel fuoco o forse per meglio dire, quel desiderio di tornare a praticare quello per cui si è nati. Andare in bici. Non a caso una delle prime domande che adriano fa allo staff medico è :-  “dottore quando posso montare in bici di nuovo” ? Una domanda che non poteva avere una risposta in quel momento, ma solo essersela posta mette in atto una serie di processi interni che fanno si da automotivare in modo continuo e intenso la riabilitazione. Purtroppo la risposta del medico fu un’altra domanda :- “sei proprio sicuro che vuoi sapere la risposta, sei sicuro di essere pronto per sentirla ?” “Sarai fortunato se potrai prendere la bici per andare a comprare il pane”. A questo punto viene fuori l’atleta, il campione, la resilienza che la maggior parte dei professionisti sportivi hanno nel loro dna o la apprendono durante la carriera. Sarebbe bello chiedergli in quel momento cosa avesse provato e quale fosse stata la sua immediata reazione.

—-> Canale Youtube Alessandro Pardocchi Personal Trainer

Nel video è interessante vedere lo sguardo di Adriano quando inizia a fare i primi esercizi per alzare il braccio destro. Nei suoi occhi si nota tutta la determinazione e la voglia di dare il massimo, consapevole che la plasticità del cervello fa si di migliorare sempre di più e forse di poter arrivare di nuovo a cavalcare una bici da corsa.

Il suo allenamento in fisioterapia è stato di 6 ore al giorno 7 giorni su 7. I suoi compagni di squadra sono stati metaforicamente sostituiti dai compagni di terapia che vivevano con lui quotidianamente.

Come dice Adriano “è stato un cammino fatto di obiettivi : 1° obiettivo alzarsi dalla sedia a rotelle – 2° obiettivo tornare a muovere il braccio – Obiettivo di Maggio provare a montare in bici – E se questo poteva essere fatto obiettivo seguente ri-diventare un ciclista professionista.

La cosa impressionante è che il tempo di recupero è slittato in positivo da un anno e mezzo a otto mesi, il 30 di marzo il primo approccio con la bici e di lì in poi una continua e progressiva evoluzione che solo pochi mesi prima era impensabile. Mi sono soffermato su gran parte del video ed ho notato che, sarà anche per le telecamere, un particolare che non mancava mai in Adriano era il sorriso. Alla domanda su cosa avesse imparato da tutto quello che ha vissuto Adriano ha risposto “que si quieres puedes” (che se vuoi puoi ).

“La nuova sfida per il 2017 sarà quella di capire e soprattutto dimostrare se potrò essere di nuovo l’Adriano Malori di prima, ovvero quello che vinceva le cronometro.”

Sembra che il destino del corridore Parmigiano sia in mano, almeno nel 2016, più alla sfortuna che alla dea bendata, infatti alla Milano-Torino (l’ultima gara della stagione) cade e si frattura di nuovo la clavicola. Sono sicuro che come ha detto Ventoso, la gara più importante della sua vita Adriano l’abbia già vinta ed abbia dimostrato a tutti noi quanto il desiderio, la volontà e la forza d’animo riescono a fare cose straordinarie.

Concludo citando un tatuaggio di adriano che si è parzialmente cancellato dopo la caduta di San Luis, che nella vita non bisogna “mai dire mai, mai dire per sempre”.

—-> Canale Youtube Alessandro Pardocchi Personal Trainer

Alessandro Pardocchi