L’importanza della respirazione e dell’approccio mentale nell’Atleta Professionista

Due premesse fondamentali nell’affrontare il tema sull’allenamento dell’atleta professionista sono le sempre più chiare evidenze di una predisposizione genetica di essere atleta di elite e la preparazione multidisciplinare dello stesso atleta. L’atleta moderno non è più considerato come una semplice macchina di forza muscolare ma un fine connubio di equilibrio funzionale e dinamico tra tutti i sistemi ed organi del corpo umano. Non a torto il corpo di un atleta professionista si può paragonare ad una macchina di Formula uno, in cui l’equilibrio tra le diverse parti meccaniche è ricercato dagli ingegneri per un un’ottima performance. Lo “stato di grazia” quindi, spesso riferito dall’atleta al termine di una prestazione impeccabile, potrebbe essere considerata la sintesi di questo equilibrio psico-fisico. Del resto l’esercizio fisico, che sia intenso o moderato, genera una cascata di cambiamenti che sono alla basa della cosiddetta risposta ormetica o adattativa. Questo adattamento è fondamentale per mantenere l’equilibrio interno delle funzioni, la cosiddetta omeostasi . Questo adattamento coinvolge tutti gli organi e sistemi..............

Seppure non sempre considerato un indice strettamente correlato con la performance sportiva,in particolare negli atleti praticanti attività di tipo misto, un valore di VO2 max elevato è indicativo di buona ossigenazione periferica dei tessuti, e quindi prolungato metabolismo aerobico, con riduzione dei tempi di metabolismo anaerobico. Questo potrebbe essere importante non solo ai fini di una performance sportiva migliore, ma anche per una minore incidenza infortuni muscolari e fascicolari tipici degli atleti professionisti. Da questo punto di vista, un miglioramento delle tecniche di respirazione, in particolare favorendo la respirazione diaframmatica, potrebbe aumentare l’efficienza respiratoria che rappresenta il reale limite alla performance fisica massimale. Tecniche appropriate di respirazione controllata atte ad allenare e sviluppare la capacità polmonare sono applicate solo da atleti subacquei in apnea con risultati stupefacenti che hanno migliorato sia le performance sportive che di resistenza allo sforzo. Oltre al settore apnea nessun altro sport ha preso in seria considerazione un allenamento specifico per ottimizzare l' efficienza respiratoria; questo sicuramente è dovuto per una lacuna culturale (del mondo occidentale in particolare) riguardo la fase respiratoria (inspirazione ed espirazione) che essendo un meccanismo indotto non è mai stata al centro delle attenzioni dei preparatori atletici e allenatori. Lo stesso diaframma, muscolo inspiratorio principale, è sconosciuto alla maggior parte degli atleti e non considerato per la grande importanza che invece riveste. Purtroppo come tutti i muscoli non allenati, il diaframma tende a perdere la sua tonicità e la sua elasticità quindi non può assolutamente svolgere la sua funzione di muscolo della respirazione con le dovute conseguenze di deficit respiratorio. Sarebbe come chiedere alte prestazioni ad un quadricipite o bicipite femorale senza dedicare a questi una specifica preparazione e allenamento. Risulta dunque determinante ai fini del raggiungimento della massima efficienza respiratoria recuperare la tonicità e l'allenamento del diaframma con specifici esercizi di respirazione controllata; esercizi che possono essere inseriti in qualsiasi sessione di allenamento settimanale e messi in pratica anche durante le competizioni. Gli allenamenti possono essere svolti indoor o outdoor, in movimento o stazionari e autonomamente gestibili anche in fasi post-allenamento. Riuscire ad utilizzare la massima capacità ventilatoria è estremamente importante per il miglioramento delle prestazioni psico-fisiche, prevenzione agli infortuni e riduzione delle percezioni dello sforzo.......l’atleta professionista non sempre riesce ad essere pronto per sostenere pressioni esterne dovute all’ambiente (squadre, società, federazioni, giornali e televisioni), alla famiglia e ai risultati. Nonostante i risultati cerchino di sostenere lo sportivo dandogli continui feedback positivi o negativi di quello che sta facendo, da soli non bastano per garantire la linearità dell’attività che mano a mano diventa sempre più pesante............Il trattamento dello stress psico-fisico sta quindi entrando prepotentemente nella preparazione dell’atleta professionista, con una importanza parimenti condivisa con la preparazione atletica. Le tecniche sono diverse, a seconda della preferenza dell’atleta stesso, e comprendono pratiche di meditazione, di counseling, tecniche di respirazione consapevole ed altro. L’elemento comune di queste tecniche è l’approccio olistico all’atleta. In questa ottica Antonio Damasio scrive nel suo libro Emozioni e Coscienza “Momento per momento il cervello dispone di una rappresentazione dinamica di un’entità con una gamma limitata di stati possibili: il corpo”.

Sintesi di Un articolo elaborato per il CNR - reparto Fisiologia clinica di PISA dei seguenti autori: Alessandro Pardocchi, Fabio Brucini, Dott. Alessandro Pingitore, Dott. Giosuè Catapano

Performance e Respiro
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