L’importanza della respirazione nello sport e nel wellness

Chiunque faccia sport, probabilmente, sa che la respirazione è un atto fondamentale per praticare qualsiasi disciplina, ma quanti effettivamente sanno i reali e complessi motivi ? Noi diamo per scontato che se il nostro organismo effettua un gesto involontario (come quello della respirazione) lo faccia sempre bene, invece non è così. Esistono libri, tradizioni culturali, ricerche scientifiche che testimoniano come la respirazione è condizionata da innumerevoli fattori che ne modificano l’efficacia. Il moderno stile di vita è uno dei fattori che sconvolgono il nostro modo di respirare, fin dalla nostra più tenera età e prevalentemente, lo peggiorano. Tanto per fare dei nomi noti come : stress, l’eccessiva competività, problematiche familiari e sociali, l’aria che respiriamo etc.. etc..  tutto questo influenza il nostro modo di vivere, quindi anche di respirare e tanto per non sbagliarsi rende più difficile il nostro cammino non solo di sportivi ma anche di semplici persone che stanno al mondo. L’interrogativo, quindi, è d’obbligo: ma come posso allora saperne di più sulla respirazione e magari, muovermi nel miglioramento di essa ? Imparare a capire come respiriamo è un ottimo metodo per aver delle consapevolezze dirette e quindi non far fatica a comprenderne i benefici. Porre l’attenzione sul respiro significa porre l’attenzione su noi stessi (una pratica che è sempre più in disuso), concentrarsi su come respiriamo da modo di entrare in diretta connessione col nostro corpo e aumenta la sensibilità comunicativa dell’asse cervello-cuore-polmoni. Se ci pensiamo bene usanze comuni abbinano il respiro a situazioni reali e ci fanno capire un pochino meglio quali possono essere, anche culturalmente, le assonanze col benessere. Un esempio è qualche modo di dire come : “mi manca l’aria”, “prima di reagire ad una provocazione fai un bel respiro” etc. etc.  se ci pensiamo bene, ci sono tanti simbolismi che ci fanno capire come il respiro è importante per noi e condiziona, anche il nostro modo di essere. Per vederla dal punto di vista scientifico ci possiamo chiedere chi e come parla dei benefici di una “respirazione consapevole” e su quale basi vengono proposte teorie di miglioramento delle performance (sul lato sportivo) e del miglioramento della vita quotidiana per chiunque. Partendo da molto lontano i testi Vedici e tutta la tradizione dello Yoga (in particolare la pratica del Pranayama) sono da più di duemila anni che parlano dei benefici dell’attenzione e la pratica verso la respirazione e questo secondo me potrebbe anche bastare, ma noi occidentali da buoni diffidenti quali siamo e amanti della scienza moderna, non siamo molto inclini a dare retta alle tradizioni culturali orientali. Allora possiamo senz’altro dire che da circa una ventina di anni, in occidente, si sono concentrati molti studi sulla respirazione grazie alla disciplina sportiva dell’apnea, diventata di dominio pubblico grazie alle numerose performance a suon di record di profondità nell’arco degli ultimi 3 decenni. Senza andare tanto lontano e rimanere in Italia, sono state fatte numerose ricerche sulla pratica dell’apnea ed in particolar modo sulle conseguenze di suddetta pratica e come il corpo reagisce ad una protratta mancanza di ossigeno. Questo ha potuto evidenziare come l’apneista professionista che ha, nella sua pratica quotidiana, una ossessiva ricerca di una migliore respirazione, migliorato in maniera significativa le proprie caratteristiche fisiche e psicologiche. In soldoni l’apneista tramite tecniche di respirazione e concentrazione al rilassamento porta il corpo a consumare meno possibile e quindi ad avere più possibilità di scendere in profondità, tutto questo ha evidenziato come migliorare la respirazione, anche per i non apneisti, accresce naturalmente alcune qualità fisiche ed anche psicologiche. I benefici pratici a livello fisico sono sul fronte di tutto l’apparato cardio respiratorio e a livello mentale sono prevalentemente di carattere anti-stressogeno.
Nella mia esperienza personale di allenatore e personal trainer, praticare tecniche di respirazione e rilassamento mi ha aperto un mondo su una meta-tecnica basata su una migliore conoscenza si se stessi e su un modo di vivere molto diverso da prima, diciamo, un modo di vivere molto più eco-sostenibile. Io ho potuto imparare tantissimo sulla respirazione grazie al mio mentore nonché collega Fabio Brucini. Infatti Fabio, con la sua esperienza ventennale di operatore subacqueo ed istruttore Apnea ed Ara, ha contribuito a divulgare una bella fetta di ricerche sulla respirazione tramite la sua collaborazione con il CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerce) di Pisa, la Scuola Superiore Sant’anna ed il Centro Extreme dipartimento Fisiologia Clinica di Pisa.
Grazie a lui posso senz’altro dire che la respirazione consapevole e la sua pratica oramai fa parte della mia vita quotidiana e la sua divulgazione è diventata per me fonte di un percorso personale e professionale ricco di nuove esperienze. Nella respirazione consapevole quindi non è solo l’atto fisiologico in se che conta ma è anche l’atteggiamento mentale verso una vera e propria disciplina di vita. I risultati ottenuti nel praticare continuamente training sulla respirazione è su due versanti, uno della performance pura e l’altro sul benessere mentale. Acquisire nuovi skills sull’atto meccanico respiratorio fa in modo all’organismo di “avere più spazio dove immagazzinare l’aria” e quindi se ne deduce che ci sia più ossigeno nei polmoni e di conseguenza nel sangue. Più ossigeno c’è nel sangue e più carburante c’è per il corpo e quindi le prestazioni migliorano. Se pensiamo che un atleta sotto massimo sforzo esegue da 30/40 ad anche 60 atti respiratori al minuto, possiamo capire logicamente il risultato ottenuto effettuando una respirazione corretta da una no. Dal punto di vista mentale invece una respirazione consapevole efficace insieme a tecniche di meditazione, riduce gli atti respiratori andando a intervenire nell’asse-cuori-polmoni, quindi riducendo il battito cardiaco ed andando anche a rallentare le funzioni celebrali “negative” delle onde gamma le quali sono responsabili di problemi legati allo stress. A tutto ciò si unisce, dopo un bel po di pratica, una effettiva presa di posizione soggettiva verso il proprio corpo andando anche a capire quali sono gli effettivi limiti dello stesso. Per concludere oserei dire che l’attenzione verso il respiro è una nuova “vecchia” pratica che può avere risvolti positivi per ognuno di noi, qualsiasi persona ne può giovare dei risultati, qualsiasi professione può arricchirsi nella sua formazione perché si sposa ottimamente in ogni ambito.
Alessandro Pardocchi

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